Sant'Apollinare Nuovo

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo fu fatta costruire da Teoderico tra la fine del V secolo e gli inizi del VI. Il re la volle accanto al suo palazzo con le funzioni, appunto, di chiesa palatina di culto ariano dedicata al Salvatore. Dopo la cacciata dei goti e la riconquista bizantina venne consacrata al culto cattolico e dedicata a San Martino di Tours. Secondo la tradizione l’arcivescovo Giovanni X (850-878) fece traslare in questa chiesa le spoglie di Sant’Apollinare per sottrarle alle incursioni dei pirati saraceni, da qui l’intitolazione al santo patrono della città con l’aggiunta dell’appellativo “Nuovo” per distinguerla non da Sant’Apollinare in Classe, ma da una chiesa omonima presente a quel tempo in città.

Pare che in origine la facciata fosse preceduta da un quadriportico sostituito nel XVI secolo con l’attuale portico in marmo. Sul lato destro si trova un campanile cilindrico risalente al IX-X secolo e fatto costruire dai Padri benedettini. Alto 38 metri presenta nei primi tre livelli delle monofore che progressivamente diventano bifore e trifore, dando ulteriore slancio alla costruzione. L’interno della chiesa è a tre navate divise da due file di 12 colonne con capitelli corinzi. L’abside alla fine della navata centrale è stata ricostruita nel 1950. Al centro del presbiterio si trovano quattro colonne di porfido sormontate da capitelli bizantini. Il soffitto a cassettoni fu realizzato all’inizio del XVI secolo. Pare che il precedente soffitto a capriate fosse così spettacolare da essere chiamato “San Martino in cielo d’oro”.

Le pareti laterali della navata centrale sono interamente decorate da mosaici che rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento nonché, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.