Piazza del Popolo deve il suo nome all’esito del referendum istituzionale del 1946, quando oltre l’88% dei cittadini di Ravenna, la più alta percentuale in Italia, scelse la repubblica e non la monarchia. La storia di questa piazza risale, però, alla fine del Duecento, quando la costruzione del palazzo del podestà e del palazzo apostolico la rese il centro della vita economica e politica della città. Allora la piazza era un semplice spazio erboso. La sua sistemazione attuale si deve ai veneziani, che nel 1444 trasferirono la sede del comune in un edificio costruito al posto del palazzo del podestà e conosciuto come “palazzetto nuovo” in contrapposizione a quello che divenne da allora il “palazzo vecchio” ossia la vecchia residenza di Bernardino da Polenta, sul lato ovest della piazza.
Nel 1483 i veneziani fecero lastricare la piazza e innalzarono due colonne che simboleggiavano il legame della città con Venezia. Su una si pose la statua di San Marco, sull’altra, affiancata, quella del patrono di Ravenna, sant’Apollinare.
Quando nel 1509 il pontefice Giulio II prese possesso della città sconfiggendo i veneziani alla Ghiaia d'Adda, la statua che simboleggiava il potere veneziano fu sostituita da quella di Sant’Apollinare, mentre sull’altra colonna venne posta una statua di San Vitale.
Dopo l’Unità d’Italia la piazza era stata intitolata a Vittorio Emanuele II.