La storia delle mura di Ravenna e di conseguenza delle porte inizia sicuramente già in epoca romana durante l’età repubblicana. Dal primo insediamento, oppidum, caratterizzato da una forma rettangolare, definito dagli studiosi “Ravenna quadrata”, la città passa nei secoli successivi a un’espansione più irregolare dovuta anche alle caratteristiche di un territorio fortemente condizionato da umi e corsi d’acqua. Se nella prima epoca imperiale la presenza di mura non era una caratteristica imprescindibile per la città, lo diventerà invece tra il V e il VI secolo, periodo in cui Ravenna assumerà un ruolo importante nel panorama tardoantico. Le nuove mura, parte delle quali sono ancora visibili, formano un circuito di 4 chilometri includendo un’area di 166 ettari (contro i 33 ettari di epoca repubblicana). Il circuito includeva, secondo gli studiosi, varie torri, 14 porte e più di 30 posterle. Bisognerà attendere la fine del XVI secolo per ritrovare le porte della città protagoniste, grazie alla campagna di rinnovamento voluta dal cardinale legato Ferreri che dà a molte delle porte cittadine l’aspetto che ancora oggi le caratterizza.
I grandi cambiamenti urbanistici del XIX e del XX secolo renderanno le mura inutili causandone la parziale demolizione, mentre maggiore attenzione verrà riservata alle porte.
Porta Adriana, via Cavour • via Maggiore: Il nome potrebbe derivare da un’antica famiglia ravennate, gli Adriani, oppure dalla posizione lungo la direttrice che andava da Ravenna al territorio di Adria. Anteriore al Mille, ricostruita nel XVI secolo, collegava la città di Ravenna con Faenza (via Faentina). Fino al 1774 aveva un ponte sul fiume Montone, che scorreva a lato delle mura Sud. Conservò no al 1904 decorazioni marmoree dell’antica Porta Aurea. Conserva parte dell’antico bastione con un piccolo giardino pensile.
Porta Serrata, via di Roma: Nel XV secolo i Polentani fecero chiudere (serrare) la Porta, già presente nel Medioevo, e i Veneziani la mantennero chiusa per motivi di
sicurezza. Papa Giulio II la fece riaprire nel 1511. Nel 1582 fu realizzata l’attuale porta; nel 1621 la porta crollò uccidendo una ventina di persone. Lungo le sue mura scorreva il fiume Montone.
Porta Nuova, via di Roma • via Cesarea: Fu costruita nel 1580 e rinominata nel 1653 in onore del papa Innocenzo X Pamphili in occasione dello scavo del canale navigabile che univa Ravenna al vecchio Porto Candiano. In epoca moderna, attraverso Porta Nuova transitava su rotaie un tramvai in direzione di Forlì. Venne chiamata anche porta Garibaldi
perché, dopo l’Unità d’Italia, da qui partiva via Garibaldi. In ne, proprio da questa porta entrò la 28a Brigata Garibaldi che, con gli alleati, liberò Ravenna nel 1944.
Porta Sisi, via Mazzini • via Castel San Pietro: Il nome Sisi sembra derivi da San Ursicino
venerato come martire a Ravenna. La porta, di epoca medievale, venne rifatta nel 1568 con due grandi colonne di granito che sostengono un frontone. Conserva ancora i due passaggi di altezza ridotta che servivano a coloro che dovevano passare senza il cavallo.
Portonaccio, via Castel San Pietro • via Ravegnana: Disegnato dall’architetto ravennate Camillo Morigia, è un arco di tipo celebrativo, eretto nel 1785 dal cardinale Valenti Gonzaga per ricordare la risistemazione della strada che congiunge Ravenna a Forlì, lungo il corso del fiume Ronco (antica via Ravegnana). Non è mai stata una porta di accesso alla città, ma sorge nel luogo che forse ospitava un avamposto fortificato delle mura cittadine. Il disegno è semplice e lineare e ai lati ha due passaggi destinati ai pedoni. Si trova nel Borgo San Rocco.
Porta San Mama, via Baccarini • via San Mama: Originariamente d’epoca medioevale, è una delle più antiche porte della città sebbene nella sua forma attuale risalga solo agli inizi del XVII secolo. Il nome deriva dalla vicina chiesa con monastero dedicato a San Mamante. In dialetto ravennate è chiamata “i basciòn” (i bastioni) a ricordo dell’imponente fortificazione che precedeva la porta.
Porta Gaza, via Santa Teresa: Questa porta forse fu costruita quando, in epoca tardoantica, le mura furono ampliate verso Sud-Est. Il nome deriva probabilmente dalla famiglia dei Conti di Gazo. Venne rifatta nel 1750 con un arco molto elegante. A lato dell’arco si trova un tratto di mura in cui si possono ancora individuare i contorni dei merli antichi. Durante la seconda guerra mondiale l’area venne completamente distrutta e solo la porta rimase integra. Verso il torrione Sud c’è un monumento dedicato ai martiri antifascisti di Ravenna.
Porta Aurea, via Porta Aurea: In questo punto sorgeva un vero e proprio simbolo della città dedicato dall’imperatore Claudio nel I secolo d.C. La sua sontuosa architettura fu ammirata e disegnata da molti, tra i quali Andrea Palladio. Aveva un doppio arco, con due torri cilindriche ed era ricca di marmi. Purtroppo fu abbattuta nel 1582 per ricavarne materiale da costruzione. Dell’antica porta rimangono solo i basamenti delle due torri cilindriche.
[Fonte: Comune di Ravenna, Le porte di Ravenna. Percorso intorno alla storia della città, Ravenna, 2012]