La Zona Dantesca durante il fascismo

“L’esempio più forte delle inserzioni del regime sul vecchio tessuto edilizio si trova nell’area dantesca. Ai minimi interventi del 1921, sesto centenario della morte di Dante, con valenza principalmente decorativa sulla chiesa di San Francesco e sui chiostri attigui, fece seguito un accentuato interesse, sollecitato dal ministero della Istruzione pubblica, a partire dal 1927.

Vennero così presentati diversi progetti di restauro e alcuni di questi attuati su disposizione di una commissione ministeriale, denominata Opera di Dante. La commissione cominciò coll’ordinare restauri al tempietto e la sistemazione del quadrarco di Braccioforte, quattrocentesco oratorio posto a destra della tomba. Nel 1933 presero l’avvio i lavori nell’area antistante la chiesa di San Francesco, che venne interamente ridisegnata. Sul lato settentrionale, dalla parte della Tomba di Dante, si creò un fronte immaginario, costituito dalla veneziana casa Rizzetti, ampiamente rimaneggiata. Fu poi aggiunto un porticato, costruito con quelle stesse colonne cinquecentesche provenienti dal monastero di Porto, che erano state collocate un cinquantennio prima nel monastero di Classe, ad adornare i locali del Museo nazionale. Nel 1936 la sistemazione dell’area dantesca era conclusa.

Dal 1938 si provvede a ridisegnare l’altro lato della piazza San Francesco, quello meridionale, e tale compito fu affidato all’architetto Giulio Ulisse Arata. Egli vi costruì un porticato, secondo forme eclettiche echeggianti lo stile paleocristiano ravennate, che si andava a contrapporre al chiostro “cinquecentesco” del lato nord. Tale porticato si ergeva sul fianco del palazzo della Provincia, sorto sulle rovine della sede della Federazione delle Cooperative, distrutta dalla violenza fascista nel 1922. E proprio il palazzo della Provincia assunse la funzione di congiunzione tra la piazza San Francesco ed una piazza di nuova invenzione: la piazza Littorio (oggi Caduti per la libertà).”

 

 

[Fonte: Carla Giovannini, Giovanni Ricci, Le città nella storia d’Italia, Ravenna, Laterza, 1985]