Biblioteca Classense

La biblioteca Classense


Nel 1512, in seguito alla battaglia di Ravenna, i monaci camaldolesi del monastero di Classe, da qui il nome Classense, si trasferirono all’interno delle mura cittadine per costituire quello che sarebbe diventato il più importante complesso monastico dell’Ordine.

Una testimonianza dell’epoca si ha già all’ingresso, grazie al portale in marmo rosato risalente al 1523 che reca la dicitura: “eterna gloria a chi entra e ben agisce”.

I lavori di ampliamento e ristrutturazione si sono protratti per più di tre secoli, rendendo la sede della biblioteca un maestoso monumento.

Della vera e propria libreria Classense come raccolta organica si ha testimonianza a partire dal 1628, quando occupava uno stanzone ornato di medaglioni e emblemi accademici. Fu l’abate Pietro Canneti, considerato il vero fondatore della biblioteca Classense, a commissionare nel 1707 i lavori per una nuova più ampia sala, progettata su disegno di Giuseppe Antonio Soratini, architetto e monaco camaldolese. La nuova biblioteca, decorata con gli stucchi di Antonio Martinetti e le pitture di Francesco Mancini, e rivestita con gli scaffali a doppio ordine lavorati e intagliati da padre Fausto Pellicciotti, venne completata nel 1712 e aperta anche al pubblico.

Nel 1798, in seguito alle soppressioni napoleoniche dei beni monastici, la libreria dei monaci camaldolesi fu data in consegna alla comunità di Ravenna e nel 1803 divenne biblioteca civica di Ravenna.

È da ricordare il grande progetto di restauro affidato a Marco Dezzi Bedeschi che ebbe inizio nel 1975 e terminò nel 1988. Nel 2002 la Classense si è costituita come Istituzione omonima.

Oggi la biblioteca si estende in uno spazio di quasi 30mila metri quadri e ha un patrimonio librario che sfiora il milione di unità: manoscritti, mappe, incisioni, opere a stampa, antiche e moderne, documenti d’archivio, fotografie, materiale multimediale, a testimoniare il doppio ruolo di biblioteca storica e di biblioteca di pubblica lettura.