Biblioteca Classense

L'Aula Magna della Classense


“Per conservare il prezioso patrimonio librario dei camaldolesi, l’abate Pietro Canneti affidò all’architetto e religioso camaldolese Giuseppe Antonio Soratini l’incarico di progettare e realizzare la cosiddetta «Aula magna». Soratini e un nutrito gruppo di artisti lavorarono, tra i primi anni del Settecento e il 1714, a un progetto decorativo tutto centrato sulla celebrazione dei «fasti camaldolesi»: il padre Fausto Pellicciotti da Lucca intagliò le raffinate scansie lignee, decorate con festoni di frutta e fiori e destinate ad accogliere i volumi della libreria; il pittore riminese Francesco Mancini realizzò il grande affresco sul soffitto e le due tele centinate sopra il portale d’ingresso e sulla parete opposta all’entrata; lo stuccatore luganese Antonio Martinetti realizzò le statue e il ricco apparato ornamentale in stucco che decora la parte superiore della sala.

Mancini, allievo del pittore bolognese Carlo Cignani, dipinse, sul soffitto, ad affresco, il Trionfo della divina Sapienza, che raffigura la Sapienza eterna che, ispirata da Dio, ordina alla Teologia e alla Filosofia di abbattere lo Scisma, l’Ignoranza e l’Eresia. Agli angoli della sala, lo stuccatore Martinetti realizzò le effigi di quattro grandi monaci identificati da cartigli in stucco recanti il loro nome: il teologo Guitmundio, che impugna un ostensorio, S. Romualdo, raffigurato con la lunga barba che lo contraddistingue e recante il volume delle sue esplicazioni ai Salmi, S. Pier Damiani, che tiene il pugno destro alzato e chiuso in segno di vittoria contro le passioni e Guido d’Arezzo che esibisce uno spartito musicale e una mano aperta, allusiva alla mano armonica, metodo messo a punto da Guido per facilitare i cantori nell’intonare le note.

Sulle pareti laterali dell’aula furono collocati, entro cornici di stucco, i ritratti di dieci padri camaldolesi celebri, realizzati in parte da Mancini, in parte da pittori locali o afferenti alla sua bottega. Quattro insegne in stucco, rette da puttini, sulle stesse pareti laterali ricordano anche l’altra destinazione dell’ambiente, che ospitava le quattro accademie cittadine, promosse dai Camaldolesi per sostenere gli studi letterari, filosofici e artistici: l’Accademia Camaldolese, l’Accademia dei Concordi, la Colonia arcadica, l’Accademia ecclesiastica.”

 

 

[Fonte: Comunicato stampa per le celebrazioni dei trecento anni della Aula Magna della Biblioteca Classense]