Giovanni Boccaccio cita la pineta di Classe nell’ottava novella della quinta giornata del Decamerone dedicata a Nastagio degli Onesti. Boccaccio soggiornò a Ravenna nel 1345-46, ospite di Ostasio da Polenta. Dopo essere stato diverse volte nella rigogliosa Pineta di Classe, scrisse nel Decamerone la curiosa e visionaria Giornata V- Novella VIII.
La novella narra di un nobile ravennate, Nastagio degli Onesti, che ancora molto giovane si ritrovò ricchissimo. Presto s'innamorò di una ragazza di un'ancora più nobile famiglia, quella dei Traversa, ma lei non mostrò mai interesse al suo amore. Nastagio cadde in tristezza e i suoi amici e parenti gli consigliarono di andarsene da Ravenna.
Il ragazzo seguì il consiglio e si trasferì a Classe, ma in un giorno di primavera, addentratosi nella pineta, Nastagio vide una ragazza correre nuda e in lacrime, inseguita da due cani che la mordevano e da un Cavaliere nero che la minacciava di morte. Lui si schierò a difesa della fanciulla ma l'uomo a cavallo gli disse di lasciarlo fare in quanto, essendo in realtà già morto per essersi suicidato, stava solo scontando la propria pena infernale, accanendosi su colei che disprezzando il suo amore lo aveva portato a togliersi la vita.
Rassegnatosi al volere divino, Nastagio assisté allo strazio del corpo della giovane da parte del Cavaliere. Ma con grande sorpresa vide che, al termine della tragedia, la fanciulla si rialzò, riprese a vivere e i due ricominciarono da capo il loro inseguimento con i cani che correvano.
Nastagio decise allora di approfittare di questa situazione, perciò invitò i propri parenti e la sua amata coi genitori a banchettare in quel luogo.
Come aveva previsto, alla fine del pranzo si ripeté la scena straziante alla quale lui aveva assistito e questa ebbe l'effetto sperato: la giovane Traversa, ricordandosi di come aveva sempre calpestato l'amore che lui provava nei suoi confronti, per paura di subire la stessa condanna acconsentì immediatamente a sposarlo e lo amò.
[Fonte: Ravenna Turismo e Cultura]