“Il culto di Eufemia esalta una celebre martire di Calcedonia, centro prossimo a Costantinopoli, morta in età diocleziana. A Ravenna la santa è ricordata per la prima volta nel Sermo 97 di S. Pier Crisologo (380-450), mentre alla fine del IV secolo le reliquie che le sono attribuite giungono in area altoadriatica e padana, a Concordia, ad Aquileia e a Milano. A Ravenna lo stesso fenomeno potrebbe essersi verificato proprio nel corso del V secolo in seguito al trasferimento in città della corte imperiale, ambiente al quale sembra particolarmente connesso il culto della martire.
Verso la fine del V secolo a Ravenna S. Eufemia è comunque già oggetto di venerazione e viene raffigurata nella Cappella Arcivescovile dopo la riconversione al culto ortodosso della basilica palatina di Teoderico, è proprio la martire di Calcedonia ad essere rappresentata alla testa del corteo delle Vergini nel pannello musivo della parete sinistra, della navata principale. In età giustinianea l’arcivescovo Massimiano colloca nella chiesa di S. Stefano, consacrata nel 550, le reliquie di venti santi, tra cui S. Eufemia e orna di mosaici a Classe la basilica di S. Eufemia ad mare, un altro edificio sacro dedicato alla martire. Nell’ambito della complessa vicenda della diffusione del culto della santa, emergono dunque le due dediche ecclesiali di Ravenna, una nella città, forse più antica, l’altra a Classe, consacrata verso il 550, probabilmente all’origine connesse prevalentemente con l’Eufemia rappresentante dell’ortodossia.”
[Fonte: Il culto di S. Eufemia a Ravenna di Isabella Baldini Lippolis in G. Montevecchi, a c. di, Archeologia urbana a Ravenna. La “Domus dei Tappeti di Pietra. Il complesso archeologico di via D’Azeglio, Ravenna, Longo, 2004, p. 74.]