1629
1704
1690 ca.
1897
È stato il critico d’Arte Federico Zeri a dare il nome di Domus dei “Tappeti di Pietra” al complesso archeologico rinvenuto a Ravenna nel 1993 durante dei lavori per la realizzazione di un garage sotterraneo.
Il Palazzetto bizantino, riportato alla luce nel centro della città Ravenna nella prima metà degli anni Novanta, è costituito da quattordici ambienti coperti e due cortili. È stato costruito in tre fasi successive: la prima risale alla fine del V secolo, la seconda alla metà del VI secolo, la terza alla fine del VI secolo.
La chiesa fu costruita tra il 1742 e il 1747 su progetto dell’architetto Giovanfrancesco Buonamici, tra gli artefici della ricostruzione di molti edifici paleocristiani e bizantini nella Ravenna dell’epoca.
Porta Adriana si apre sulla direttrice che unisce via Cavour, all’interno delle mura, con via Maggiore, all’esterno. Per la sua posizione è stata da sempre considerata una delle porte più importanti del circuito murario di Ravenna.
La storia delle mura di Ravenna e di conseguenza delle porte inizia sicuramente già in epoca romana durante l’età repubblicana. Se nella prima epoca imperiale la presenza di mura non era una caratteristica imprescindibile per la città, lo diventerà invece tra il V e il VI secolo.
Nel VI secolo, con Goti e Bizantini, Ravenna subì profonde trasformazioni politiche che naturalmente incisero anche sui costumi e sulla vita della popolazione.
Il culto di Eufemia esalta una celebre martire di Calcedonia, centro prossimo a Costantinopoli, morta in età diocleziana.