“Nel 488 con grande clamore inizia il cammino degli ostrogoti a Ravenna. Il loro capo, Teoderico l’Amalo, figlio di Teodemiro, sconfigge Odoacre sull’Isonzo il 28 agosto 489. Sulle circostanze e sulla data precisa in cui Teoderico entrò in Ravenna le fonti sono dissonanti. Ma concordano nel dire che il 5 marzo 493 Odoacre avrebbe ordinato insidie contro Teoderico, che, con mossa anticipatrice, di propria mano avrebbe ucciso Odoacre. […] Per quanto riguarda l’assetto complessivo della realtà urbana, pur non ipotizzando un diretto intervento nelle mura e nelle porte della città, essendo le addizioni barbariche della cinta già assicurate precedentemente sotto Odoacre (o anche prima), si deve pensare che l’addizione urbana goto-ariana d’età teodericiana che interessa l’area nord-occidentale della città, sia intramuranea che extramuranea, assume connotazioni precise e molto importanti. In effetti, il triangolo, ancor oggi ben visibile, costituito dai complessi di S Apollinare Nuovo-palazzo, basilica cattedrale (Spirito Santo)-episcopio-bagni-battistero, e, infine, mausoleo-area extramuranea di insediamenti goti, dalla attuale Porta Serrata, fino all’antica isola di Palatiorum, è un triangolo di rilevante importo urbico. […] L’insediamento degli ostrogoti fece di Ravenna una città singolarissima, la sola città imperiale tardo-antica che avesse due cattedrali, quella cattolica e quella ariana; due battisteri, quello degli ortodossi o cattolici e quello degli ariani; due basiliche palatine, quella cattolica di S. Giovanni Evangelista e quella ariana l’attuale S. Apollinare Nuovo. […] Nessuna capitale ha mai avuto la stessa qualità e perfezione propria dell’arte voluta da Teoderico a Ravenna: cioè arte decisamente aulica, imperiale nell’architettura, nella scultura e soprattutto nei mosaici oltre che nella decorazione pittorica dei codici e d’altri manoscritti. La singolare e meravigliosa addizione del patrimonio artistico e religioso di Ravenna sia prima di Teoderico con Galla Placidia sia dopo di lui con le fabbriche giustinianee si può riassumere in una chiara epitome dialettica: Teoderico vuole superare Galla Placidia, come Giustiniano gareggerà per superare Teoderico, e vi riuscirà.”

 

[Fonte: G. Montanari, Teoderico in P.P. D’Attorre, a c. di, Storia illustrata di Ravenna. Dall’antichità al medioevo, Vol. I, a c. di, Carla Giovannini, Dall’antichità al medioevo, Milano, Nuova Editoriale Aiep, 1989, pp. 193-208.]