San Vitale

Corrado Ricci


Corrado Ricci nasce a Ravenna il 18 aprile 1858. Il padre, Luigi Ricci, è scenografo e fotografo. Nella città natale compie un doppio corso di studi, frequentando il liceo classico e l'Accademia di Belle Arti.

Dopo il diploma si iscrive alla Facoltà di Legge dell'Università di Bologna e insieme continua studi letterari e artistici. È allievo di Giosuè Carducci, che terrà sempre, assieme al padre, come suo maestro. A lui sottopone la sua prima opera, dal titolo Ravenna e i suoi dintorni, scritta nel 1877 e pubblicata l'anno seguente. La storia, l'archeologia e l'arte di Ravenna saranno un interesse costante per tutta la sua vita, assieme agli studi danteschi, che nel 1991 approderanno al grande volume L'ultimo rifugio di Dante Alighieri.

Nel frattempo è inserito nel ricco e vivace ambiente letterario bolognese e partecipa ai dibattiti letterari e alla produzione poetica. Nell'ultima parte della sua vita rinnegherà queste prove giovanili. Si laurea nel 1882. All'Alma Mater è anche, per qualche tempo, libero docente. Poco dopo lascia la sua attività di letterato e poeta per dedicarsi agli studi storici e all'archeologia.

Nel dicembre del 1882 entra nella carriera delle biblioteche governative. Lavora nella Biblioteca Universitaria di Bologna, sotto la direzione di Olindo Guerrini. Assieme al noto scrittore, suo conterraneo, inizia la redazione del catalogo dei manoscritti, che verrà completato successivamente da Carlo e Lodovico Frati.

Con Guerrini collabora anche a diversi saggi eruditi e a lavori letterari: Studi e polemiche dantesche (1880), Giobbe. Serena concezione di Marco Balossardi (1882), Il libro dei colori. Segreti del secolo XV (1887). Con il ruolo unico del 1887, è inquadrato nella qualifica di sotto-bibliotecario di 3. classe.

Dal 1° gennaio 1893 cambia carriera ed entra nel ruolo dei funzionari di musei e gallerie. Dal 1894 al 1896 è direttore della Galleria Nazionale di Parma, dove mette a punto un nuovo modello di riordino e conservazione dei beni culturali. Nel 1897 è nominato direttore della Galleria Estense e dei musei di Modena e nello stesso anno è incaricato anche al Museo nazionale di Ravenna.

Nel 1898 diventa il primo Sovrintendente ai monumenti di Ravenna ed inizia una campagna di restauro dei principali monumenti bizantini della città, da San Vitale al Mausoleo di Galla Placidia. Viene altresì nominato direttore della Pinacoteca di Brera, mentre nel 1903 è alla guida delle gallerie di Firenze. In Toscana promuove l'ampliamento del Museo del Bargello a Firenze e delle pinacoteche di San Gimignano e Volterra.

Nel settembre del 1906 diventa Direttore generale delle Antichità e Belle Arti. Nel 1909 è promotore della Legge n. 364, che offre per la prima volta un quadro normativo al patrimonio artistico, archeologico e storico d'Italia.

Messo a riposo nel 1919, quell'anno assume la presidenza dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'arte di Roma. Dal 1911 si batte per la liberazione dei fori imperiali. Nel 1923 è nominato senatore del Regno. Nel 1925 è tra i firmatari del manifesto degli intellettuali fascisti. Nel 1928 entra a far parte della Commissione nazionale per la cooperazione intellettuale e nel 1929 diviene Presidente del Consiglio superiore delle Belle Arti.

È membro dell'Accademia dei Lincei, di San Luca e di molte altre accademie e istituzioni scientifiche. La morte lo coglie a Roma il 5 giugno 1934, "ancora esemplarmente laborioso". Lascia la sua biblioteca, il vasto carteggio e il ricco archivio fotografico alla Biblioteca Classense di Ravenna.

 

 

[Fonti: Scheda Biografica di Corrado Ricci, Biblioteca Sala Borsa di Bologna; Scheda del senatore Corrado Ricci, Senato della Repubblica.]