San Vitale

Galla Placidia


Galla Placidia, nata nel 392 d.C., era figlia dell’imperatore romano Teodosio I e della sua seconda moglie Galla, sorella di Onorio, imperatore d’Occidente e di Arcadio imperatore d’Oriente.

Nel 410, quando Alarico riuscì a entrare a Roma, venne rapita insieme a molti altri ostaggi. Fu costretta per anni a viaggiare lungo l’Italia, sola tra l’ostilità dei nemici e l’indifferenza del fratello, che conduceva le delicate trattative con Alarico.

Nel 414 sposa Ataulfo, fratello e successore di Alarico. Dal punto di vista politico l’unione era vantaggiosa per entrambe le parti: Ataulfo sperava che portasse un po’ di stabilità al suo popolo e l’Impero, allora indebolito, vedeva nell’unione la possibilità di un futuro.

Ataulfo muore assassinato in Spagna nel 415, senza lasciare eredi poiché l’unico figlio avuto con Galla, Teodosio, era sopravvissuto solo pochi mesi.

Tornata a Ravenna, riscattata dal fratello Onorio, Galla sposa Costanzo (416), un capitano dell’esercito, dal quale ha due figli, Giusta Grata Onoria e Flavio Placido Valentiano. Onorio, nel 421, concede a lei e al marito la dignità di augusti e eleva Valentiniano al grado di principe. Costanzo muore nel 421 e poco dopo Galla, a causa di un dissidio col fratello, si a Bisanzio. Alla morte di Onorio, nel 423, Galla Placidia decide di tornare in Italia per assicurare al figlio Valentiniano i diritti di successione. Valentiniano diventerà imperatore del regno romano d’occidente col nome di Valentiniano III dal 425 alla sua morte, nel 455.

Per circa 25 anni Galla Placidia fu reggente in vece del figlio, in un periodo complicato e bellicoso, cercando con le sue abilità politiche e diplomatiche di evitare il disfacimento dell’Impero.

A questo quadro corrisponde un periodo di grande fioritura artistica per la città di Ravenna. Galla Placidia, infatti, fece erigere molti monumenti religiosi e l’arte del mosaico toccò le sue più alte vette espressive. All’epoca di Galla risalgono, oltre all’omonimo mausoleo, la chiesa di Santa Croce e la chiesa di San Giovanni Evangelista, nonché altri edifici ecclesiastici di cui non è rimasta traccia, come la chiesa di San Giovanni e Barbaziano.

Galla Placidia morì nel 450 circa a Roma.