San Vitale

Il Mausoleo di Galla Placidia


Il mausoleo di Galla Placidia, fatto edificare tra il 426 e il 434, in origine faceva parte della chiesa di Santa Croce. Si trovava, infatti, a una delle estremità del portico antistante la chiesa. L’edificio nell’Ottocento è stato incluso fittiziamente nell’area del complesso monumentale di San Vitale e nei primi anni del Novecento, a opera di Corrado Ricci, è stato isolato dagli edifici circostanti.

Delle strutture religiose edificate tre il IV e il VII secolo a Ravenna, numerose risalgono al V secolo e tra queste, il mausoleo di Galla Placidia è quella che è giunta a noi tra le meglio conservate. Il mausoleo ha la forma di una croce latina, il suo aspetto è quello di un piccolo tempio a quattro bracci coperto da tetti spioventi, nel punto in cui i bracci si incrociano c’è una piccola torretta a base quadrata che sormonta la cupola interna. Sui muri inferiori si aprono sette finestrelle lunghe e strette, intervallate da elementi architettonici a archetto e lesena. A causa del lento e costante abbassamento del suolo il mausoleo è oggi interrato di circa un metro e mezzo, per questo è impossibile coglierne dall’esterno le proporzioni reali.

Come per molti degli edifici coevi, colpisce il contrasto tra i parchi esterni in laterizio e le sontuose decorazioni musive all’interno.

Nel mausoleo sono conservati tre sarcofagi di marmo, tipici dell’arte ravennate, uno è disposto nella parete di fronte all’entrata del mausoleo, gli altri due si trovano sulla destra e sulla sinistra.

Quello sul fondo è di considerevole grandezza e ha un coperchio a due spioventi, non reca iscrizioni ed è comunemente chiamato il sarcofago di Galla Placidia, poiché a lungo si è creduto che l’imperatrice fosse sepolta nel mausoleo. Negli altri due sarcofagi si è supposto, ma non ci sono fonti certe a provarlo, siano stati sepolti Costanzo III, secondo marito di Galla, e Valentiano III, il figlio.