1844
XIX sec.
1903
1897
Dante Alighieri morì a Ravenna nella notte tre il 13 e il 14 settembre del 1321 a causa di una febbre malarica contratta di ritorno da un viaggio a Venezia compiuto per conto di Guido Da Polenta.
I chiostri francescani sono stati costruiti nel 1500 e rappresentano una porzione di un complesso più grande adiacente alla basilica di San Francesco, edificio di culto originariamente dedicato agli Apostoli e intitolato a San Pier Maggiore nell’alto medioevo.
La celebrazione del culto di Dante trova una delle sue espressioni principali nel Museo Dantesco, a pochi passi dalla Tomba di Dante Alighieri.
Alla destra della tomba di Dante un cancello immette in un suggestivo giardino all’interno del quale si trova il cosiddetto Quadrarco di Braccioforte, antico oratorio un tempo collegato alla chiesa di San Francesco da un portico oggi scomparso.
La Biblioteca Alfredo Oriani è gestita dalla Fondazione “Casa di Oriani”, costituita nel 1927 per ricordare la figura dello scrittore romagnolo e tutelare e promuovere la sua casa-museo “Il Cardello” e la biblioteca ravennate.
La basilica è divisa in tre navate sostenute da 24 colonne. Poche strutture appartengono all’edificio originario del V secolo.
Corrado Ricci, nella sua Guida di Ravenna, annovera il Palazzo della Cassa di Ravenna, sede anche della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, fra gli edifici illustri della città.
Ravenna è l’ultima tappa del lungo esilio di Dante Alighieri, città che più di ogni altra è assurta nell’immaginario a rifugio colto e tranquillo del poeta.
Agli anni di Ravenna, accanto al compimento del Paradiso, si riconducono le due Egloghe.
La vicenda delle spoglie di Dante è travagliata, sin da subito furono oggetto di una contesa tra i Ravennati e i Fiorentini.
L’esempio più forte delle inserzioni del regime sul vecchio tessuto edilizio si trova nell’area dantesca.
L’edificio sorge sui resti di un’antica dimora del XVII secolo, di proprietà del conte Ferdinando Rasponi, trasformata nell’800 nell’Hotel Byron. Nel 1918 il palazzo fu acquistato dalla Federazione delle Cooperative per farne la propria sede.